Disfunzionale non è ciò che non funziona ma ciò che induce, seduce, a produrre una errata sequenza d’azioni. La disfunzione è una “tentazione” in un universo meccanicistico fatto di attese di rado tradite. In questo senso, essa è un’attenuante generica e anche, ovviamente, un atto generatore di senso imprevisto. La disfunzione ha sempre un effetto sistemico che dà avvio a una distorsione nelle relazioni tra oggetto e utilizzatore, e tra oggetto e oggetto; si tratta, invero, di un’anomalia inter e intraspecifica (interoggettiva).

Se è vero che l’interpretazione aberrante è sempre dietro l’angolo (fraintendimento, ignoranza, polisemia, conflitto esplicito ec cetera), altrettanto vero (o almeno è ciò che tenterò di dimostrare) è che certe circostanze storiche e sociali funzionano da vera e propria affordance, invito, all’uso disfunzionale di un oggetto o di una classe di questi. L’insieme di tali condizioni può essere definito come attrattore, nel senso in cui lo intende anche il matematico René Thom.

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